Letti in trenO – ti lascio, ma lo faccio per te

Quella volta che lui mi disse : “ti lascio, ma lo faccio per te”… quella volta lì , io non l’ho mica capita..

La notte aveva quel fascino delle cose irrisolte e misteriose. Dentro a tutte le domande senza risposta si affogano mille bicchieri di vino, mentre un imperativo unico si fonde nel tuo midollo osseo: sono fatta male, ho sbagliato tutto, “ahh se solo avessi detto” e “se quella volta avessi reagito” a ” perché non gli ho detto cosa pensavo veramente? ” ma “forse dovevo abbracciarlo di più” o “dovevo lasciargli più spazio” ..

Davanti a tutte le incomprensibilità terrestri quella frase resta una di quelle che non avranno una risposta mai, non vi sarà rimedio sanitario o studio sperimentale di chissà quale Università!

Quell’episodio ti modificherà, diverrà parte di te; Imprescindibile come un arto, come le unghie, come il colore dei tuoi capelli che non ti piace ma è tuo; ti appartiene e devi accettarlo anche se fa schifO! (Anche se continuerai a camminare con un enorme PERCHE‘ lampeggiante sopra la testa)

Ti lascio, ma lo faccio per te
Un libro della Elefanti edizioni scritto da autori vari, da leggere con calma, che pagina dopo pagina, storia dopo storia ti monta dentro un crescendo di emozioni, di riflessioni che se non curano leniscono, se non rispondono pongono altre domande..una su tutte : Perché continui a cercare una risposta? (perché davvero non esiste) Perché continui a desiderare una spiegazione che equivale ad adorare un falso mito?

La storia 1 – pare un quadro impressionista :bello, colorato con scenari alla Malaussene, mi ha immensamente divertita con la sua Dragomira;

La storia 2 – quando un Surrogato SOcial si traveste da novella d’amore;

La storia 3 – Surreale ed eppur frequente nel suo epilogo;

La storia 4 – Violenta, intensa, innamorata dell’amore, profonda come la passione che doni senza giudizio e causa , che ti fa sentire viva, che ti distrugge, ti deruba, ti mortifica e infine ti abbandona… ma che non puoi dimenticare;

La storia 5 – Efferata e coraggiosa, così cruda nella sua storia borderline. .che ti fa venire voglia di dire : avrei voluto avere io le palle di questa qui quel giornO lì…

 

Ti lascio, ma lo faccio per te – Letti in treno

Perché in certi casi ad un’azione ne corrisponde un’altra di pari intensità ma contraria; il difficile è restare

 

tiZ

32 pensieri riguardo “Letti in trenO – ti lascio, ma lo faccio per te

  1. “Ti lascio, ma lo faccio per te”. Una frase di un egoista nell’espressione del suo massimo livello di “altruismo”. La risposta c’è e come se non c’è, e mi perdonino gli autori del libro, ma è molto tranchant anche per un logorroico come me: “mavanc…” Non la scrivo tutta non per auto-censura e buona educazione visto che sono anche a casa tua, ma perché non merita il fiato per pronunciare tutta la parole e a metà della stessa dovrebbe essere già a buon punto che lo separa dall’auspicata meta.

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      1. Cruda verità o verità crudele detta brutalmente? La clip è un esempio di crudeltà, non di verità. La verità è una scusa solo per essere crudele e abusare dell’altro. Capisco che in tempi di menzogne e raggiri, falsità e sorrisi di facciata, si aneli alla verità. Ma QUESTA verità, no grazie. No, davvero. La verità poi…l’onestà, la tensione verso la coerenza, la responsabilità delle proprie azioni piuttosto. La verità non è questo, la verità non esiste se non per chi pensa di averla in tasca.
        Ritornando all’egoismo/altruismo: la frase è fintamente “altruista” perché detta da un egoista. Un incapace di pensare ad altri al di fuori di se stesso può pronunciare la parola “altruismo”, può formulare espressioni “altruiste”, ma sono piene del nulla poiché non ne ha mai sperimentato cosa voglia veramente significare. L’egoismo è l’opposto dell’amore e si è rivelato per quello che è: incapace di amare.

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      2. La clip è crudele sí , è l’esempio di quell’egoismo che ha preso finché faceva comodo è vero.
        Credo sia tutto una questione di tempi, basterebbe avere l’onestà di non cominciare proprio una relazione se fin da subito quella persona non corrisponde al tuo ideale. Poi ci sono i casi in cui uno mette su famiglia, casa e tutto l’ambaradan e poi Bum, all ‘ improvviso uno dei due molla “ti lascio, ma lo faccio per te, per il tuo bene, senza di me starai meglio, crescerai di più, magari otterrai dalla vita ciò che la vita coniugale non ti da ” … ecco … dov’è il limite? Qual è l’istante in cui si resta per non essere egoisti? Per amore dell’altro. E qual è il motivo per cui io – sapendo che lui vuole lasciarmi , che lo fa per me, ma che poi alla fine non lo fa – io dovrei rimanere?
        La parola egoismo in una coppia non va usata solo “in comunione” ? Pensando in due che sono un unO solo? Per salvaguardarlo , quell uno, da tutto ciò che può danneggiare o solo incrinare ?
        Quindi .. riformulando il tutto prima che lui/lei dicesse quella frase lí. .. noi eravamo un unO solo?

        E cmq nun t’e incazzá che ti escono le rugheeee 😆

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      3. A me le rughe piacciono, significano vita vissuta, qualcosa da raccontare, qualcosa da trasmettere. Ma si vede così tanto anche quando scrivo quando me s’ ntosta a nervatura?
        Ma è una cosa buona perché vuole dire che ancora mi interessa. Se taccio, è indifferenza, cui segue damnatio memoriae.
        E’ l’onestà la chiave, non la “verità”. E mmò ce putimme sta quiete.

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  2. ciao Tiz,
    quando ero ragazzo, nell’ormai lontano secolo scorso, si usava chiudere con la ragazzetta di turno usando una frase molto in auge, più o meno simile al titolo del libro in oggetto: “ti lascio perché ti amo troppo”. Personalmente non ci vedo niente di ironico né comico, il tutto è figlio di quella cultura tipicamente latina del: “ti picchio per il tuo bene”, frase usata, abusata da padri e mariti.
    Comunque potrebbe anche essere una espressione di altruismo, intendo il titolo del libro, se non si ha voglia di infilarsi in storie troppo coinvolgenti è bene troncare quando non si è ancora giunti al punto di non ritorno.

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    1. non so, mi hai fatto venire in mente quando nel lontano secolo scorso un ragazzetto mi chiese se volevamo metterci insieme solo per due settimane…due settimane..come se si sapesse già quando arriva il momento di mettere un punto. Come se si conoscesse a priori l’eventualità che uno ne resti più coinvolto dell’altro.
      E’ anche vero che – tante volte – uno stabilisce fin dall’inizio cosa è disposto a dare e se l’altro prima ci sta… poi – dopo – si brucia… non credo ci sia modo di uscirne se non cercare qualcuno che voglia esattamente ciò che vogliamo noi…

      ciao ragazzo

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  3. Non credo a questo altruismo perchè si scontra con il concetto di amore.
    Qualcuno ha parlato di paracu…qualchecosa 😉 ecco!
    E cmq io risponderei ‘Nessun cruccio chè a me al mio bene ci penso da sola’.

    ssherabientot

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