Il meneStrellO senza meZzo

Il treno metropolitano della linea 2 trasuda calore umano già alle 8 di mattina, quando ho già percorso 20 minuti ammassata in una metro collinare, l’idea di tutta quella passione ha su di me un effetto uguale e contrario a dimostrazione del terzo principio della dinamica. Ma non ho potere di oppormi, né soluzione di sorta, i treni in direzione di Pozzuoli si alternano a quelli che fanno capolinea per Campi Flegrei, il tempo di attesa si allungherebbe fino alla prossima ramanzina !!

La percentuale di stranieri che si muove è impressionante, certe mattine ti chiedi se non sei in terra straniera, certe mattine qualcuno urla: Ma addò vann’ tutti sti stranieri??  Qualcun altro sbotta: signO,’ ma nun verit ca so’ tutt’ napoletani?

E ti ritrovi sul treno senza sapere neanche come ci sei entrata, la pressione dei gomiti sul tuo corpo richiama alla memoria organi che non ricordavi nemmeno di avere, tra esalazioni di dubbia fragranza e dialetti sconosciuti il treno va..

Sotto la porta tre uomini controllano l’ingresso, uno di questi esorta a non accedere – Non vedi che non c’è posto? – ma il ragazzo insiste e spinge fino a conquistare i suoi 10 cm quadrati – Devo andare all’università !! chi è lei per dirmi di non entrare? –

L’altro dei tre, sorride e sogghigna, poi comincia a cantare….

“Stretti, stretti,
nell’estasi d’amor,
la Spagnola sa amar cosi,
bocca a bocca la notte e il di.”

Ed ecco che una straniera sbotta subito – Noi non volere sentire, statte zitto.-  Ma il menestrello senza strumento continua nella cantilena, qualcuno ride, qualcuno prova a metterlo a tacere..

Stamm chin e stranieri ccà ‘ngopp ! – dice – Arrivano da tutte le parti e si prendono le nostre donne!!     State attenti al portafoglio !!!! – 

E una risata si diffonde, svegliando anche le sinapSi dei cOmatosi  – Ma se stamm’ senza una lira !! – Ed è tutto un commentare, un bisbigliare, finché non arriviamo alla galleria di Mergellina e l’uomo ricomincia a cantare:

“Noi siam come le lucciole,
brilliamo nelle tenebre,
schiave d’un mondo brutal
noi siamo i fiori del mal.”

– Lasciaci andare a lavorare. – Rimprovera una signora dell’est, mentre preme per farsi strada per scendere. Ma lui non perde il suo buon umore e continua a cantare fino alla fermata successiva..

Sorride, nei suoi pantaloni sdruciti, le sue scarpe vecchie, l’aspetto trascurato dall’abbandono di sogni traditi, nella serena rassegnazione.. con gioia esiste e canta.

Cominciare la giornata in musica dà una piega nuova alla consuetudine che ci aspetta….

tiZ

gli estratti delle canzoni sono rispettivamente di :

La Spagnola di Gigliola Cinquetti

Lucciole Vagabonde di Milva

15 pensieri riguardo “Il meneStrellO senza meZzo

  1. Mi fai venire in mente EDUARDO (occorre specificare anche De Filippo? spero ancora no!) , lì si trattava di cortili corali e vicoli, qui di un vagone allo sbaraglio, ma è la sola differenza.
    Ecco, ai tempi di EDUARDO non c’erano ancora le badanti dell’Est & Co. – gente poco mattacchiona e irascibile, e il risultato è che anche Napoli smetterà d’essere Napoli?
    Preghiamo San Gennaro.

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  2. È sempre un teatro live!
    ma almeno in tanta insofferenza (soprattutto al mattino) c’è di che sorridere…cara Tiz, i trasporti pubblici a Napoli (ma ache le strade) sono un perfetto osservatorio etnoantropologico, da studiarci seriamente su!
    Buon viaggio!

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  3. Quant’e’ bbbella la nostra Napoli, anche ‘a matina quanne fatichi pe’ghi a’fatica’!
    Ricordo anche io quando prendevo o’pullmanne che da Piazza Borsa percorreva il Rettifilo caricando varia umanità che condivideva a volte anche l’incondivisibile:
    condividere la fatica di vivere può rendere più lieve la Vita.
    Nuje simm’ d’o Sud e camminamm a pere, datece o’tiempo d’arriva’

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