WithOut your lOve

Entra trascinandosi, struscia i piedi su questa banchina maleodorante con due buste di plastica lacere.
La barba trascurata da tempo, ormai, lo sguardo mesto di chi non ricorda la propria dignità.

Lo guardo di sbieco mentre leggo un libro sulla fine del mondo sul mio kindle. Porto la pashmina al viso per non sentire l’odore, cammina verso di me e insieme saliamo su questo vagone della metro. Qui, ora, in un orario di punta, quando il campione mondiale di esseri umani regala un saggio della sua esistenza.

Divarica appena le gambe, le braccia penzolanti che terminano in cumuli di gadget di poco valore. Comincia una cantilena, un assolo, un monologo, un’inflessione come altre, già ascoltate, dimenticate, inesaudite.
Si sente ridere in fondo, un gruppo di ragazzine con jeans sdruciti si lascia cadere addosso alla massa ad ogni accelerata del macchinista, brusii, bassi che si odono dalle cuffie, una giornata come tante.
Poi si piega sulle ginocchia e si stende per terra.
All’improvviso gli occhi sono puntati su di lui, tra la sorpresa e l’indignazione.
L’amor proprio richiama a sé la pudicizia della vista, lo scandalo della presenza, la miseria di un sistema che spinge un altro essere umano a piegarsi dinnanzi ai suoi simili, a quella feccia umana che ci governa, al putrescente sistema a cui non facciamo più caso, al nostro simile a cui non guardiamo più e vili esistiamo.

 

Scende senza applauso, senza un moto di calore, per rientrare “invisibile” nella carrozza successiva.

tiZ

23 pensieri riguardo “WithOut your lOve

  1. Gli “invisibili” ci ridonano la vista: ci sbattono in faccia le brutture della nostra società, portandone addosso, sul proprio corpo, la testimonianza. Hanno deciso – più o meno consapevolmente – di non volere più fare parte di questa società e, nel loro svestirsi della propria dignità c’è l’ultimo eclatante atto, che non ci permette di girarci dall’altra parte. Descrivi bene: l’ “odore”, l’ oltre la “pubblica” decenza, i gadget di poco valore…lo sdegno degli astanti. Lo sdegno, piuttosto, è di questa persona – perché E’ UNA PERSONA – nei loro confronti. E se ci ostiniamo a girarci dall’altra parte, se ci ostiniamo a non capire che l’immagine che ci sta donando in una lenta auto-distruzione della sua vita è l’immagine di una “civile” convivenza sempre più chiusa, individualista, egoista e senza (com)passione, continueremo a non sentire quanto è maleodorante la sua progressiva putrescenza. Ringrazio questa persona e tiZ che lo ha reso visibile.

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  2. Tutti i giorni passano accanto alla nostra vita persone con vissuti e bagagli diversi. Forse neppure ci vedono mentre ci sfiorano.
    O forse sono proprio loro a decidere di tenerci lontani con i nostri giudizi e pregiudizi … chissà!
    E’ uno spaccato di vita che comunque ci appartiene, anche loro sono la nostra società.
    Bellissimo post, ha grande forza il suo contenuto.
    Un abbraccio Tiz ❤

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  3. …. c’è aria pesante… forse anche un po’ di pioggia… che belle righe, di quelle che arrivano dritte al petto e allo stomaco… come l’assenza si fa assenza così la trasparenza a volte diventa così palese agli occhi di chi è capace di vedere e guardare…
    🙂

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  4. ciao collega di viaggi!anche io sono sempre in treno e i miei scrittini sono tutti composti lì,anche se incentrati più su me stessa che su gli altri.un modo per esprimere le emozioni che tendo a reprimere…il cappello che ho in testa nella foto era di mio nonno che era ferroviere 😉 da oggi ti seguo!

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