Poesia in trenO – In una stazione del metrò

 Sventurati quelli che hanno scorto una ragazza nel metrò

e si sono innamorati di colpo

e l’hanno seguita impazziti

e l’hanno persa per sempre tra la folla

Perché saranno condannati a vagare senza meta per le stazioni

e a piangere sulle canzoni d’amore

che i musicisti ambulanti intonano nei tunnel

E forse l’amore non è che questo:

una donna o un uomo che scende da un vagone

in una stazione del metrò

e brilla per pochi secondi

e si perde senza nome nella sera.

Óscar Hahn

42 pensieri riguardo “Poesia in trenO – In una stazione del metrò

      1. Sono qua anche stasera
        Sono venuto qua
        Ho corso un po’ e sono qua
        Col fiato corto e col cappello messo per storto

        Sono qua passavo di qua per caso
        Ti diro sono ridicolo lo so
        Ma che m’importa
        Se parlo da solo anche stavolta

        Sono qua che si fa presto
        A dir il coraggio
        Si fa presto a pensarlo
        E poi chissà se tu di me
        Te ne sei accorta
        Che è fermo il traffico sulla tangenziale
        E io qui che muoio per poterti dire

        Per favore mi daresti il tuo indirizzo ho una lettera d’amore
        Per favore mica me lo fai un sorriso che ci scrivo una canzone
        Per favore mi diresti che ore sono così sento la tua voce
        Per favore mi daresti un po’ la mano sai com’è
        Oramai è sera e qui c’è poca luce

        Sono qua ti sono a un passo
        E non ci credo
        Chiedo permesso
        E ti siedo accanto
        Alla fermata adesso io e te soltanto

        Siamo qua aspettiamo l’autobus
        Io e te sembrano mesi però
        Ma che mi aspetto
        Per casa mia ne sono già passati cento

        Sono qua anche stasera
        Sono rimasto qua
        Il tuo è arrivato
        Hai preso tutto e sei salita
        Ed io cretino non t’ho neanche salutata
        Che scorre il traffico sulla tangenziale
        E io qui che sogno un giorno di poterti dire

        Per favore mi potresti un po’ abbracciare che qui fa un freddo cane
        Per favore che mi presti un po’ i tuoi occhi io qui ho finito il sole
        Per favore ti potresti addormentare che io ti vorrei guardare
        Per favore che mi spiegheresti mai la differenza
        Tra la luna e la tua schiena che io non la so vedere
        ( in realtà sono I RATTI DELLA SABINA ma ora son diventati AREA765.. volessi cercarla…)

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  1. Sono proprio in Metro mentre scrivo. A caldo e “sul pezzo” me la immagino come un’infinità di “sliding door” che portano a racconti infiniti alcuni finiti prima di iniziare, vicoli ciechi, altre porte finte…solo una e’ la storia giusta da raccontare. Bello spunto, un maledetto spunto che ti lascia imbambolato con la sindrome del foglio bianco!

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