Sonno profOndo

In uno stato catatOnico sprofondo dentro il seggiolino, uno sguardo rapido al finestrino. A Cavour non c’è niente da vedere, solo una fiumana di gente, per lo più stranieri. Provo una strana suggestione come d’essere in terra d’altri. Ma il caldo mi preme addosso e mi addOrmento. Senza pensieri, senza quello stato di semi-veglia accorto dei primi tempi.

La musica canta, ma non riesco a capire neanche cosa sto sentendo perché vengo avvolta da un peso immane. Il respiro è lento, l’aria calda, le braccia si lasciano andare inermi.
Non sento una parola, solo uno strattone improvviso provenire da fondo carrozza. Poi l’aria fresca, improvvisa brezza che sà di mare e mi scopro a ridere. E il corpo si solleva. Un dolore fortissimo alla nuca e mi ritrovo sopra di me. A fluttuare dentro questo vagone. Non ci sono rotaie, il teno sta volando sopra Mergellina, vedo il solito signore che legge il giornale alla panchina della Stazione, il ragazzo al mio fianco con il suo sguardo assorto non c’è più, non c’è nessuno.

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Sono sola. Dove sono finiti tutti? Questo dolore alla testa è sempre più forte, sento uno strano fischio nelle orecchie. I finestrini sono sigillati, eppure sento un odore di fiori misto a zolfo. Il treno è sopra i Campi Flegrei. Mi sento come nel Castello errante di Howl, mi aspetto di vedere uno spaventapasseri da un momento all’altro che mi viene incontro. Sorrido in questo stato di benessere improvviso.

..poi mi sento chiamare, respiro profondamente mentre mi volto all’indietro..

Il fischio è diventato insopportabile, mi sento toccare: due mani, dieci, sono a centinaia, nere salgono lungo le mie gambe, mi trascinano verso il basso. Il cielo è improvvisamente scurO, il respiro affannato, il treno scende precipitosamente, odo lamenti lontani e la mia voce che urla, urla solo.

Mi porto una mano alla nuca, mi sembra di impazzire dalla fitta. davanti a me, di nuovo seduta, brandelli di paglia…

“Signora, deve scendere !!”
Il Capostazione si è spaventato , perché ho sussultato come fossi stata appena salvata da un annegamento.
In uno stato di rincoglionimento grave scendo e mi avvio verso il sotto passo, mi accendo una sigaretta e sbuffo il fumo verso l’alto.
…non vorrei sbagliarmi ma mi è sembrato di vedere uno spauracchio lì nel cielo, sopra Monte di Procida..

Inochi no Namae (The Name of Life)

tiZ

26 pensieri riguardo “Sonno profOndo

  1. Io DEVO dormire tutte le mattine nel viaggio di andata, è un bisogno psicologico. Mi serve per recuperare un’oretta di sonno.. tutto fa! Comunque, a parte rari episodi, di solito mi sveglio da sola a SMN, che per fortuna è il termine corsa del treno. Se mi capita di dormire anche il pomeriggio (sì, capita!) e se il treno prosegue oltre Livorno, rimetto la sveglia qualche minuto prima dell’arrivo previsto! 😉

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  2. Dormire su un treno non mi è mai riuscito naturale per due motivi: 1) pudicizia di ritrovarmi a bocca aperta e tanto di copiosa bavetta (l’omologo della bolla al naso nei manga, hai sicuramente presente) 2) mi perdo quello spettacolo dentro e fuori dal treno. Il viaggio in treno, sopratutto certi IR o notturni a lunga percorrenza di una volta, è una fonte di spunti per un blogger da strapazzo e affamato di storie come me. Purtroppo, non viaggio più in treno così spesso. Perciò, due volte grazie tIZ!
    PS: l’aria fredda alla nuca…Cambia posto: è l’aria condizionata a palla 😉

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