..che Stupidi che siamo. .

Seduta ad inizio vagone, chè la via di fuga è più sbrigativa, al lato sinistro ché io possa vedere in lontananza il mare attendo il rassicurante eco delle rotaie.

Corporatura media dentro un completo grigio si sporge e sale.

Mi siede accanto. Mani curate e viso sbarbato, occhi curiosi e soli in una via di mezzo tra l’inquietudine e la serenità.  Dice qualcosa ma non lo sento.  Meticoloso si sistema la giacca, tirandola per non farla stropicciare, avvicina il trolley accanto a sé,  alla sua destra per lasciare libero il passaggio.  Mi guarda, poi si volta di nuovo. Rapita dai modi gentili cerco l’arcano, il segreto,  quella parola non detta che si porta dietro da sempre.

Spiega Tra le mani dei fogli : “come migliorare le prestazioni del cervello con una corretta alimentazione”. Legge qualche parola a voce bassa, poi accurato ripone il tutto nella tasca anteriore della valigia.

Si sistema di nuovo nel sedile, torna a parlarmi, inascoltato gli sorrido. Insoddisfatto cambia posto; altra donna, stessa manfrina, lei gli sorride ma non proferisce parola immersa tra conversazioni epistolari sul suo telefonino.

La danza continua ancora una volta, in questo vagone semi vuoto.  Due passi più avanti. Altra donna,  sorrisi e parole sommesse, movimenti impacciati che sortiscono alcun effetto nè curiosità,  un incrocio tra indifferenza e apatia.  Nel lasso di tempo di due fermate lo scenario muta, la scena irreale fa spazio ad una calca rumorosa. Lo intravedo a mala pena, l’uomo col cervello nel trolley,  poi scompare alla visuale inghiottito nella massa.

Nell’ indifferenza più totale che ci circonda: siamo soli! Finiamo per essere protagonisti assoluti, egocentrici eroine nel dolore altrui, siamo i super eroi delle emozioni forti e di tutte le sceneggiate melodrammatiche che possano tornarci utili, solo per essere Visibili.

Cosa ci importa di ascoltare una amena curiosità,  un piccolo segreto, una gioiosa confidenza dell’ altro e con lui sentirsi felici ?

Sentirsi dire : sai oggi parto, sono felice,  mi sono messo il vestito più bello, è stata dura ma ho trovato il coraggio. Il cuore?  Sì, lo porto con me,  ma anche il cervello perché quando vuoi che cambi , fortemente, qualcosa c’è bisogno di entrambi.

Da- diario di una pendolare che.. che stupidi che siamo; tante volte qualcuno col cervello ci si siede accanto e nOi non lo vediamo nemmeno… tiZ

14 pensieri riguardo “..che Stupidi che siamo. .

  1. Molto bella e fa riflettere.
    Prima ci si parlava anche alla stazione del bus; ora è già tanto se si alza lo sguardo rivolto al tablet o al cellulare per notare che sta passando l’autobus.
    Questa generazione di cui faccio parte in questo contesto sociale la trovo patetica!

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      1. è una via di mezzo tra il non voglio annoiare, il non voglio farmi carico e sono sicura di conoscere la persona a cui sto aprendo il mio cuore? Lo so, sto cercando delle scuse 😉

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