Compagni di viaggio

Seduti in banchina attendiamo la metro collinare,  si avvicina un uomo con quattro sacchetti trasparenti, si siede accanto a me e comincia a scavare dentro;  ne estrae un quotidiano il ” Roma”, sfoglia le pagine veloce.  Il suo odore sa di chiuso, di polvere e di silenzio. Lascio scendere un po’ le lenti da sole e lo guardo di sbieco per non farmi accorgere;  mani stanche e chiare , rughe profonde sulla pelle chiara e occhi grandi e azzurri… buoni. I suoi vestiti leggeri e lerci, caviglie sottili dentro a calzini sporchi e mocassini marroni.  Parla solo. Prende un altro giornale, poi meticoloso lo ripone. La voce di donna annuncia il treno per Piscinola. Si Alza lesto , aspetto che scelga il vagone e lo seguo..
Seduto in fondo depone a terra il suo tesoro,  i suoi occhi non sono arrabbiati, non leggo delusione, forse rassegnazione ma con serenità,  ha una luce intorno flebile e sottile.  Mamma e figlio camminano nella sua direzione per cercare posto a sedere ma pur vedendo il sedile vuoto accanto a quest’uomo , solo e fragile e forte e fiero, fanno dietro front. Mi  risiedo accanto a lui in atteggiamento di sfida e di solidarietà … è tutta la vita che mi sento così.  tiZ

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